I suoi occhi, la sua mimica facciale,
la sua gestualità, il suo magnetismo, le sue straordinarie corde recitative, hanno sempre catturato il pubblico, teatrale, televisivo e cinematografico.
Un attore che ha calcato i palcoscenici del mondo, accompagnandosi con attori di alto livello, lavorando con registi di fama internazionale come Dario Fo, Franco Zeffirelli, Roberto De Simone, Maurizio Scaparro, Ugo Gregoretti, Luigi de Filippo,Giancarlo Sepe.
La lista è interminabile: per fare un esempio, nel cinema ha debuttato accanto alla straordinaria Diva Sophia Loren nel film “La mortadella” diretto da Mario Monicelli che lo dirigerà in altri suoi film, dimostrando subito le sue qualità attoriali.
Che dire della scena Cult del tassista nel film “Così parlò Bellavista”? Che dire della sua interpretazione del vecchio Pulcinella a teatro accanto a Massimo Ranieri? Che dire della sua grande prova di attore come protagonista nel film “ Immacolata e Concetta”, l’altra gelosia di Salvatore Piscicelli. Potremmo citare migliaia di nomi, di titoli, la sua carriera è lastricata di successi.
Tommaso Bianco con le sue capacità performative, passa da personaggi, comici, ironici, drammatici, con facilità e personalità, cesellando le sue interpretazioni, facendole diventare vere opere d’arte. Per queste sue qualità, è amato dal pubblico e dalla critica. Ma passiamo subito la paola a lui, con una dpmanda.

Maestro, lei sicuramente porta nel cuore, tutto il suo lavoro, le persone che lo hanno diretto, e i suoi colleghi. Ci può raccontare, un aneddoto che le è rimasto nell’anima, durante la sua lunga carriera?
Ho lavorato con tutti i grandi del teatro e del cinema ma il primo amore non si scorda mai, anche per la sua generosità.
Stavamo recitando in “Sabato, domenica e lunedì”, interpretavo Raffaele, il fratello Pulcinella del protagonista ma mi addormentai nel mio camerino, prima di uscire in scena, nel secondo atto, al Teatro Eliseo di Roma.
Isa Danieli che interpretava la cameriera, riparò il mio vuoto facendo entrare subito il personaggio successivo. Quando finì il secondo atto, Eduardo mi fermò dietro il sipario:
–  “Tommaso ma che è successo?”
–  “Direttó, mi sono addormentato nel camerino!”
– “Ma forse gli altoparlanti non funzionavano?”
– “No direttò’, funzionavano sono io che ho preso delle pasticche di Buscopan per il mal di pancia e evidentemente hanno fatto da sedativo…”
(Pausa Eduardiana)
– ”  ‘A prossima vota stateve cchiú attiento!”
Ma la dimostrazione della sua generosità fu quando il martedì successivo, prima della commedia, Carlo Argeri nel darmi la paga settimanale mi fece notare un aumento da seimila a ottomila lire giornaliere. Il maestro volle agevolare il mio disordinato mangiare che gli ricordava, forse, i suoi mal di pancia con Titina e Peppino…
Subito passai per il suo camerino e, come allora, anche adesso gli dico: “Grazie direttò’!”
Tommaso Bianco conferma che Eduardo oltre a essere un maestro di palcoscenico, era anche un maestro di vita. Dunque, Bianco, ha debuttato nel 1968 nella compagnia del grande drammaturgo Eduardo de Filippo, recitando in quasi tutte le sue opere, e ancor prima di Eduardo indossò la maschera di Pulcinella
Può regalarci un ricordo del mostro sacro del teatro mondiale?
“Lo racconto adesso per la prima volta ma questo ricordo spiega perché volli troncare il rapporto con il grande maestro, avendolo sempre considerato, prima del grande attore-commediografo che era, soprattutto una persona eccezionale, col suo bagaglio di vita, di arte e quindi una figura essenzialmente paterna: lui e mio padre avevano la stessa età. Nel 1974 io avevo percorso con lui già tutto il suo repertorio e in Rai, a Roma, stavamo registrando, con me vestito da Pulcinella, le ultime scene de’ “Lu Curaggio de ‘nu pumpiere napulitano” di suo padre Eduardo Scarpetta. Ero dietro le quinte della scenografia televisiva, accanto alla responsabile della produzione e mi venne spontaneo domandarle: «Scusami ma perché non mi fate ancora firmare il contratto per la prossima commedia “‘O Tuono ‘e Marzo” dove Eduardo già mi ha affidato il ruolo di Luigino (era, nella commedia, il fidanzato di Angelica Ippolito ed io ci tenevo ad interpretarlo perché Eduardo aveva scritturato per quella commedia anche Paolo Stoppa e Rina Morelli. Per me è stato sempre importante il confronto con altri attori…». La dirigente Rai non mi rispondeva… «Scusami – insistei – ho bisogno di saperlo… io sto rifiutando le proposte che mi arrivano da Napoli per quest’estate perché già sono iniziate le prove… non capisco perché la Rai ha fatto firmare gli altri attori per “‘O tuono ‘e marzo” e a me no!?».Un attimo di pausa e la dirigente responsabile che mi stimava e mi voleva bene  mi disse: «Scusami Tommaso ma è stato Eduardo che mi ha detto che forse è meglio Mario Scarpetta per la televisione, in quel ruolo… però non dite niente a Tommaso». Fu per me una doccia fredda e mi sentii tradito come figliolo artistico. Questa è stata l’unica vera ragione per cui io ho rifiutato, da quel momento, la compagnia di Eduardo. Infatti Luca, come se nulla fosse successo, in estate mi telefonò perché voleva organizzare con il padre e altri giovani della compagnia un avvenimento teatrale estivo e io fui categorico: «Caro Luca, io ho deciso di non lavorare più con tuo padre… voglio camminare con i miei piedi… mi voglio confrontare in altre situazioni teatrali come già ho fatto in questi anni… e poi tuo padre vuole bene a te, a Mario Scarpetta, ad Angelica Ippolito … Io resto l’attore, figlio dell’operaio Arturo Bianco e vado per la mia strada»..
Parole forti, sincere, importanti, le sue. Lei che si è formato nella scuola del teatro partenopeo, nel periodo in cui nascevano i grandi nomi del cinema e del teatro, ed è cresciuto insieme a persone che le hanno trasmesso la “carnalità” del recitare, che consiglio darebbe ai giovani di oggi? Molti di loro, diventano famosi grazie a programmi trash e a tik tok, ma pochi sono davvero bravi…
Il  recitare diventa “bellezza”quando si arriva a rappresentare qualsiasi personaggio attraverso la propria dimensione esistenziale di uomini liberi, attenti alle sofferenze ed alle aspirazioni di tutta l’umanità… ma non è una cosa difficile! Basta ricordarsi sempre che, prima dell’attore e di qualsiasi ruolo sociale, c’è la propria dimensione di essere umano. Il palcoscenico è sacrificio, sudore, dedizione, passione, volontà di lavorare. Come disse San Benedetto: Ora et labora. Noi aggiungiamo: Studiate.
Tommaso Bianco oltre ha essere uno straordinario attore, spesso si è cimentato anche alla regia dirigendo la celebre commedia, che fu un grande cavallo di battaglia del grande Nino Taranto, Caviale e lenticchie nella serie “Palcoscenico” di Rai Due.
A Tommaso Bianco sono stati assegnati molti  premi, cito testualmente, una intervista: “Nel 2005 è stato insignito del premio per il teatro Penisola Sorrentina, con la motivazione: “Un attore di straordinaria umanità che sa far pensare, riflettere. È salito sulla carovana dei grandi maestri acquistando una proteiforme capacità drammatica, che sa essere contemporaneamente, timida, umanistica, sfacciata, trasgressiva. Ma sempre intelligente”. Nel 2010, ha vinto il premio “Girulà”, come protagonista di “Atto senza parole” diretto da Pierpaolo Sepe.”
E non è finita qui. Giovedì 26 di gennaio alle 18 nello storico Caffè napoletano Gambrinus di piazza del Plebiscito riceverà il Premio alla carriera dal Centro Incontri Arti Vulcano Metropolitano Della Monaco. Insieme al nostro Tommaso Bianco, saranno premiati artisti come Antonella Stefanucci, Salvatore Misticone, Luciano Capurro, Anna Caso, Laura Misticone, Elisabetta Ruotolo.
Tommaso Bianco attualmente risiede nella città di Bologna , dedicandosi ai giovani di talento insegnando, le meraviglie dell’arte teatrale, dirige una scuola di teatro napoletano cIn via/A, il Majorana 9, con la collaborazione dell’attrice Cristina Passaro.
©Riproduzione riservata 


NOTE
Vogliamo ricordare alcuni titoli di film interpretati da T. Bianco-Ammèn (2020), Made in China Napoletano (2017), L’uomo giusto (2007), Assunta Spina (2006), Terra bruciata (1999), Tre (1996), PACCO, DOPPIO PACCO E CONTROPACCOTTO (1993), TRE PASSI NEL DELITTO (1993), Parenti serpenti (1992), Chiari di luna (1988), Un complicato intrigo di donne vicoli e delitti (1985), Così parlò Bellavista (1984), ZAMPOGNARO INNAMORATO (1983), Amici miei atto II (1982), Pronto…Lucia (1982), Tradimento (1982), Camera d’albergo (1981), Il marchese del Grillo (1981), Lacrime napulitane (1981), IMMACOLATA E CONCETTA, L’ALTRA GELOSIA (1979), La mortadella (1971).
Gli scatti in pagina sono gentilmente concessi da Espedito Ranieri

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