Permesso, grazie e scusa sono le tre parole che Papa Francesco ha indicato in varie occasioni per aiutarci a riscoprire il valore educativo del nucleo familiare, ma sono anche le parole che insieme ad altre compongono l’ossatura principale della grammatica delle relazioni, e non un semplice galateo; e, come ogni grammatica che si rispetti, anche questa ha le sue regole fondamentali che ogni persona dovrebbe conoscere per costruire rapporti sinceri, per favorire un clima sereno all’interno della propria comunità, familiare o sociale, rispettoso degli altri. Per vivere una vita autentica.
L’esaltazione del proprio ego, generata dall’uso smodato dei social e abitante le varie piazze mediatiche, ha reso possibile il dilagare di una sub-cultura becera e trasgressiva che mira a distruggere l’altro ferendolo nelle cose a lui più intime e care, quali gli affetti.
Le maschere anonime che ogni giorno indossiamo per omologarci al comune sentire di una società individualistica, non fanno altro che nascondere il nostro vero volto agli altri, con le nostre fragilità ma anche con la nostra bellezza originale, la nostra personalità unica ed irripetibile. La sconfitta dell’educazione sta nell’aver imposto delle regole che non rispettano il dover essere della persona.
La dinamica delle relazioni, rimossa dalla cultura contemporanea, rappresenta uno dei nodi essenziali della nostra società, una sfida ineludibile e non più rinviabile. L’emergenza educativa che stiamo attraversando richiede un cambio di paradigma culturale in cui possa trovare spazio un nuovo Umanesimo, terreno fertile che ben si presta a superare, sui tanti livelli a cui apparteniamo, tensioni comunitarie e conflitti sociali.
Reimparare la grammatica delle relazioni per suonare un nuovo spartito in un orizzonte di speranza è ancora possibile. Sta a noi provarci.
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Immagine di Myriams-Fotos da Pixabay 

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