Sarà Chiara Baffi a dare il volto ad Assunta Spina al Teatro San Ferdinando dal 7 al 17 febbraio.  La protagonista del dramma di Salvatore Di Giacomo del 1909 andato in scena la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli lo stesso anno. E’ uno dei personaggi femminili di maggiore spessore e peso della scena del ‘900, la cui vicenda nel corso dei decenni è stata narrata a teatro, al cinema, alla radio, alla televisione e all’Opera.

Lo spettacolo è diretto da Pino Carbone e con Chiara Baffi sul palco ci saranno  Alessandra Borgia, Anna Carla Broegg, Valentina Curatoli, Renato De Simone, Claudio Di Palma, Francesca Muoio, Alfonso Postiglione, Rita Russo. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Annamaria Morelli, le luci di Cesare Accetta, le musiche di Marco Messina e Sacha Ricci.
La trama è nota: siamo a Napoli ai primi del ‘900, Assunta è un’avvenente ragazza proprietaria di una stireria. La donna ha una relazione con Michele Boccadifuoco, uomo possessivo, che per gelosia il giorno dell’onomastico di Assunta le sfregia il volto. Nonostante la donna tenti di scagionarlo, Michele viene processato e condannato a due anni da scontare nel carcere di Avellino.
Pur di farlo rimanere a Napoli, Assunta cede al giovane cancelliere del tribunale, Federico Funelli, diventandone l’amante. Col passare del tempo e con il fidanzato in prigione Assunta si innamora di Federico. La sera dell’antivigilia di Natale, mentre Assunta aspetta Federico a casa, arriva a sorpresa Michele, che è stato scarcerato in anticipo. Assunta decide allora di confessare tutto a Michele, scatenando così la tragedia.
Spiega il regista: «In Assunta Spina si intrecciano molte tematiche universali, senza tempo, che ancora ci appartengono. Una di queste è la complessità, la scomodità, l’inadeguatezza della giustizia. L’intenzione è quella di affrontare il testo come una tragedia classica e trattare la lingua napoletana come si tratterebbe una lingua tragica. Assunta Spina contiene le passioni assolute tipiche di ogni tragedia: il tradimento, la sopraffazione, l’onore, l’abbandono, la vendetta, il sangue, la passione, fino al sacrificio finale della protagonista, che si immola di sua volontà come capro espiatorio».
Nella foto di Marco Ghidelli, un momento dello spettacolo
Per saperne di più
www. teatrostabilenapoli.it

 

 

 

 

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