Colta, provocatrice, onirica, immaginifica è l’opera fotografica di Joel Peter Witkin. Affascina e destabilizza, incanta, sciocca, l’artista statunitense riesce con le sue opere a far provare sensazioni e stati d’animo contrari. Dal 27 giugno, ore 19, fino al 20 ottobre il Palazzo Roccella di Napoli (Pan, in via dei Mille 60) ospita una sua personale “Il Maestro dei suoi Maestri”, promossa da Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia in collaborazione con Baudoin Lebon di Parigi.
In mostra una selezione dei lavori del fotografo americano (classe 1939), noto per le sue immagini enigmatiche in cui la gloria del corpo umano si confonde con la miseria e la ricerca spirituale con l’inquietudine religiosa. Con la metodologia compositiva tipica del pittore, rivisita i temi della mitologia occidentale, i capolavori della tradizione artistica europea e la rappresentazione canonica del corpo umano.
Le sue opere sono dense di citazioni formali in cui mescola insieme i grandi nomi della storia della fotografia, come Muybridge, Rejlander e HollandDay, con la scultura greca e romana, l’arte barocca, neoclassica e moderna. Morte e piacere, nudit , erotismo, sofferenza, sono la cifra stilistica dei suoi scatti. Witkin rielabora, interpreta, costruisce e d  vita alle sue idee. Lavora in analogico, ottiene le sue immagini manualmente attraverso la tecnica del collage e senza l’uso del digitale o di software di postproduzione. L’elaborazione delle immagini attraverso azioni come il graffio, lo strappo dei negativi o l’uso di vari tipi di filtri in fase di stampa, sono parte fondamentale del suo lavoro e aspetto distintivo delle sue opere.
Il percorso espositivo composto da 55 opere, offre l’occasione di apprezzare l’aspetto creativo e interpretativo di Witkin. Le sue composizioni sono ampiamente studiate e create con la massima cura per i dettagli. Le scene sono ricche di rimandi, più o meno espliciti, ai grandi maestri dell’arte da Velasquez a Manet e Magritte. Witkin affronta le stesse problematiche plastiche e gli stessi ambiti iconografici di questi capolavori, ritraendo e celebrando in atmosfere sublimi i corpi di soggetti ritenuti storicamente non rappresentabili come nani e storpi, androgini ed ermafroditi.
L’artista sar  presente per la prima volta nella citt  partenopea e terr  il giorno del vernissage alle ore 17 una performance per il pubblico napoletano.

Nella foto in alto, autoritratto dell’artista. In basso, tre opere in mostra (corutesy Baudoin Lebon)

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