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Napoli
Erik aveva un sogno. Viaggiare per mare, salire su una di quelle navi bianche che sembravano grattacieli galleggianti, farsi cullare dal lusso delle cabine ovattate, andare verso il caldo nel cuore dell'inverno, girare il mondo attraccando in tutti i porti toccati dalle navi da crociera. Ma il mare gli era proibito. Erik era costretto a terra dalla sua vita...
Correva, senza fermarsi, nel tentativo vano di cancellare il ricordo di quel corpo riverso sull'asfalto, esposto agli sguardi morbosi dei curiosi di turno. Lacrime di rabbia rigavano il suo volto sudato, prostrato dal dolore, con le tempie che gli pulsavano come se qualcosa dentro di lui stesse per esplodere. Ancora stentava a credere, dopo averla vista farsi avanti tra...
Il cartello recitava: "Benvenuti a Napoli, il primo parco antropico del mondo". I caratteri cubitali promettevano meraviglie iridescenti sulla più grande sconfitta della civilt . Erano passati, ormai, più di vent'anni dall'ultima, catastrofica, crisi dell'immondizia. Governi caduti, inquisiti illustri, commissari speciali, specialissimi, extra-large ed in offerta speciale, non c'era stato nulla da fare: la crisi era irrisolvibile. Fu cos che il...
Enzo era il maggiore dei figli maschi del Cavalier Fiscialetti. Bench soprattutto mamma Ernestina ci tenesse moltissimo a che il giovane conseguisse una laurea, o almeno il diploma di ragioniere come suo padre, egli aveva tenuto lo studio nella stessa considerazione in cui i napoletani tengono la scala marmorea laterale di Santa Chiara imbrattandola, ripulendola, imbrattandola nuovamente finch non...
Fuggire avrebbe un solo inconveniente capire dove andare. Un ottimista sosterrebbe l'imbarazzo della scelta incamminandosi. Focalizzo dell'ottimista lunghe gambe jeansate, mocassini begiolini scamosciati, passo dinoccolato; le realizzo sforbiciare traverso uno stereotipato tramonto da cartolina truccata . Io non sono un ottimista. Io indosso pantaloni di flanella lisa, roba da Standa, e calzo scarpe nere con stringhe marroni, perch...
Mi aggiravo in una citt  che non riconoscevo più. Tra insegne cadenti, rifiuti in decomposizione e manifesti strappati, Napoli era l'immagine sbiadita del luogo in cui avevo abitato per anni prima di trovare lavoro a Roma. E a Napoli ero ritornato durante l'esodo, indifferente alla fuga di massa avvenuta davanti ai miei occhi. Solo, in una citt  abbandonata da tutti, persino da...
Se ne stava quasi immobile, sdraiata sul pavimento di cotto del terrazzino odoroso di gelsomini, il naso all'insù a rincorrere tra le nuvole forme di animali i più strani ,un gioco bello che fin da bambina faceva tutte le volte che si isolava,tutte le volte che sfuggiva alle cantilene inventate da quelle viperette delle sue amicheuovo ripieno l'avevano chiamata...
Don Carlo non legge i giornali, è lui il giornale. La mattina, intorno alle dieci, arriva lemme lemme alla Ferrovia, saluta il Principe che nell'atrio adocchia arrivi per l'albergo Malta, passa a riverire il Cavaliere alla cassa del caffè. Uno sguardo in giro, a testa alta, all'andirivieni di viaggiatori posteggiatori e borseggiatori ce ne sono, ce ne sono , e via alla mezz'ora...
Prese controvoglia l'autobus delle 805 e, dopo aver obliterato il biglietto, decise di sedersi lontano da occhi indiscreti quasi per evitare sguardi ricchi di quella felicit  o di quella spensieratezza che a lei mancava ormai da troppo tempo . Pensava ancora al suo piccolo Marco, lasciato poco prima mentre saliva allegramente le scalette della scuola, quando fu attratta da...

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