Il Madre all’opera. In una sala gremita di persone, alla presenza del presidente Vincenzo De Luca, di Achille Bonito Oliva e di Angela Vettese, la presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Angela Tecce e Kathryn Weir, direttrice artistica, hanno illustrato tutte le nuove attività che il museo di arte contemporanea più importante del Sud Italia intende portare avanti per i prossimi mesi.
Dopo un paio d’anni complicati con aperture a intermittenza e coprifuoco antivirus dove la parola chiave è stata chiusura, chiudiamo tutto, via le scuole, torniamo a fare i compiti in cucina, via gli uffici, che tanto potete lavorare da casa, fuori dai teatri e basta cinema, abbiamo Netflix a consolarci, il Madre presenta il nuovo programma per questi pochi giorni del 2021 e per tutto l’anno prossimo. Un calendario ricco e fitto di eventi, di buoni propositi e voglia di fare, che magari ci lasciamo tutto alle spalle, che magari riusciamo addirittura a pensare che sì, questa volta andrà davvero tutto bene. 
Mentre nel mondo c’è una strana inclinazione all’odio reciproco, all’intolleranza e a una malsana esigenza ad andare tutti contro tutti, il Madre in controtendenza prova a unire, a condividere e si relaziona con gli altri musei presenti in città. Apre le sue porte per un lavoro sul territorio.
Con la fondazione Morra Greco dedicherà una retrospettiva all’artista Jimmie Durham, poeta e amico di Napoli, recentemente scomparso. Mentre in collaborazione con il museo d’arte contemporanea di Barcellona è prevista una mostra personale dell’artista catalana Fina Miralles.
Senza dimenticare la città e la sua centralità. Va bene avere un respiro internazionale, ma il luogo di appartenenza è importante e spesso guardiamo troppo in là dimenticando o considerando normale avere talenti e grandi maestri sotto casa. In primavera ci sarà un’esposizione dell’ultima produzione di disegni di Armando De Stefano, artista napoletano scomparso da poco. 
Un bellissimo e sentito omaggio è stato realizzato anche per ricordare Marisa Albanese, che ci ha lasciato tre mesi fa. Le sue combattenti, donne fragili e forti allo stesso tempo, accolgono in visitatori del museo fino a febbraio.

Qui sopra, una delle “guerriere” di Marisa Albanese. In alto, la presentazione del nuovo programma culturale. In copertina, l’ingresso del Madre

Tre statue di colore bianco ci guardano dall’alto dei loro basamenti a porci quasi in soggezione. Ci osservano, ci scrutano e come monito sono presenti per non farci dimenticare. Sono opere dedicate alla memoria di donne partenopee cadute lottando contro il nazifascismo.  Il bianco è un colore strano, simbolo di purezza eppure ha in sé le caratteristiche del terrore più puro, basti pensare alla balena bianca di Melville o allo Shining di Kubrick.
Altro napoletano che entrerà invece a far parte della collezione permanente del Madre è Diego CIbelli, classe 1987  che con il progetto Out of Chaos comes a dancing star” ha vinto una call aperta a interpretare con qualsiasi mezzo espressivo la vita e l’arte di Enrico Caruso, patrimonio culturale campano, personaggio famoso in tutto il mondo a cent’anni dalla sua morte nel 1921.
Tante le mostre in programma nei prossimi mesi, tra cui spiccano alcuni eventi in particolare.
Rethinking Nature a cura di Kathryn Weir e Ilaria Conti. Non solo una mostra, ma un format che intende riflettere su un possibile nuovo rapporto tra l’essere umano e l’ecosistema. Sviluppare un pensiero critico sull’ecologia politica attraverso opere e laboratori che coinvolgono artisti e ricercatori, sensibilità diverse a confronto.
Sempre a cura della direttrice artistica del Madre ci sarà a maggio la collettiva  Bellezza e Terrore: luoghi di colonialismi e fascismi che parte dalla Napoli degli anni ’40 e da materiale d’archivio per esplorare la connessione tra colonialismo e fascismo. 
A giugno, ancora a cura di Kathryn Weir, un’installazione multimediale Ferdinandea racconterà  attraverso film in 16mm, video, simulazioni 3D, documenti e fotografie la storia di un’isola vulcanica effimera che prese il nome da Ferdinando II, re delle Due Sicilie. Un’isola che dorme oggi sotto il livello del mare ma che per sessantre giorni nel 1831 nel Mediterraneo ha destabilizzato gli equilibri geopolitici. 
Achille Bonito Oliva curerà una retrospettiva su Lawrence Carroll composta da dipinti, sculture e disegni realizzati in Italia dagli anni ottanta fino alla sua scomparsa nel 2019.
Un percorso altro, nuovi intenzioni per un museo sempre più aperto a tutto ciò che lo circonda, che si interroga sul proprio essere oggi e sulle sue potenzialità grazie anche al progetto Let Laboratorio di Esplorazioni Transdisciplinari coordinato da Olga Scotto di Vettimo e Gennaro Carillo . Un progetto che porta nel suo acronimo H.E.A.R.T.S tutta la voglia di essere detonatore sociale e culturale. Heritage, Esperienza, Archivio, Relazione, Territorio, Smart.
Nuove attività e tantissime mostre all’orizzonte che l’Associazione culturale “Amici del Madre” sosterrà a partire dal 2022.  Tutti insieme possiamo davvero uscirne più forti di prima. Il Madre ci crede e noi non possiamo fare altro che crederci con lui e ed essere presenti sempre, anche l’11 dicembre quando durante la 17esima edizione della giornata del contemporaneo AMACI sarà  presentata l’opera Nui Simu di Marinella Senatore.
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