Libro/“Nafis e i corridoi colorati” di Alessandro Niccoli: un guerriero di parole che combatte le ingiustizie del mondo con l’amore

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Nell’opera “Nafis e i corridoi colorati” di Alessandro Niccoli osserviamo il giovane protagonista affrontare un cammino di risveglio interiore, e successivamente di impegno verso l’ambiente.
Il libro non potrebbe uscire in un momento migliore: il 31 ottobre si è aperta a Glasgow la conferenza dell’Onu sul clima – la Cop26 – definita «la nostra ultima, miglior speranza di mantenere raggiungibili gli 1,5°», che rappresenta la soglia entro cui contenere l’aumento delle temperature.
Tematiche come il riscaldamento globale, la deforestazione e le emissioni di gas serra sono state centrali durante la conferenza, così come sono approfondite nell’opera di Niccoli, in cui si racconta la storia di un ragazzino di tredici anni, Nafis, che cerca di rendere migliore il mondo in cui vive a partire da azioni semplici ma concrete.
Dalla prefazione della naturalista Anna Vannucchi: «Nafis è un guerriero di parole, combatte le ingiustizie e le brutture del mondo con l’amore, l’esempio e con i suoi discorsi pieni di passione, che toccano nel profondo, fino a risvegliare coscienze addormentate».
Ed è proprio ciò che fa il protagonista: smuove la coscienza del lettore e lo inchioda alle sue responsabilità; con il suo coraggio e la sua determinazione ispira ad agire, e a smettere di delegare agli altri il compito di salvare il pianeta Terra. Tutti possono fare la loro parte, tutti possono entrare nell’esercito che porta avanti questa rivoluzione pacifica che ha come scopo il tornare a vivere in un mondo più pulito, in armonia con tutti gli esseri umani, con gli animali e con la natura.
Il ragazzino ha un legame spirituale con l’ambiente, e per questo motivo non si trova bene nella vita grigia che conduce in città – «Questo mondo è fasullo, non mi appartiene! Ce ne deve pur essere un altro, più bello e più colorato!».
E questo mondo lo trova in parte quando si trasferisce dalla nonna in una casa in mezzo al bosco, ma soprattutto quando impara a meditare e, in immaginari corridoi colorati, scopre la vera essenza della vita. In quest’opera si racconta del suo appassionante viaggio di consapevolezza, in cui cerca di riportare alla luce quel mondo che è stato ingiustamente e prepotentemente nascosto dagli uomini creatori della realtà odierna, «il mondo buio, fumoso e triste che tutti vedono». Nafis ci ricorda che si può cambiare rotta se lo si vuole, anche se, come si è affermato nel Cop26, dobbiamo far presto, perché il mondo sta cedendo e ci chiede aiuto. (Barbara Di Cecca)
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