Ricordate il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro)?Un referendum nel 2016 voleva abolirlo, ma vinse il no. Oggi il presidente di quell’organo costituzionale, da sempre sotto la lente di ingrandimento di politici e opinione pubblica, potrà adoperarsi per fare assunzioni di personale. Da carrozzone a organismo indispensabile, da bocciato senza appello a promosso a pieni voti. Anche questa è l’Italia.
Renato Brunetta, che presiede il Cnel dall’aprile del 2023, riuscirà laddove non è stato possibile fare ai suoi predecessori (leggi Tiziano Treu), ovvero potrà assumere due dirigenti (uno stipendio vale 250 mila euro o 156 mila euro), otto funzionari (51 mila euro) e sette assistenti (42 mila euro). Costo totale: 1,2 milioni di euro. Per fare cosa? Vedremo.
Quanto costa il Cnel? Il bilancio previsionale dell’anno 2022 parla di 11,8 milioni di euro l’anno, di cui oltre 6 milioni per il costo del personale. La prestigiosa sede che ospita i 64 consiglieri vale 1 milione l’anno, si tratta di Villa Lubin, edificio storico situato all’interno del parco Villa Borghese.
Che cosa deve fare il Cnel? Da quando è nato, circa 50 anni fa, ha prodotto 1380 documenti. Pareri, osservazioni, rapporti, dossier, relazioni. Tutti scritti non vincolanti, ovvero Parlamento, Governo e altri organi istituzionali possono anche non tenerne conto.
L’incarico di presidente è gratis, come quello dei consiglieri. Ma nella conversione in legge del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, che reca norme per l’attuazione del Pnrr, è stata chiesta una deroga, quindi anche Renato Brunetta percepirà uno stipendio (?), anche se è già un pensionato (la legge lo escludeva). Lo stesso Renato Brunetta, che nel 2016 aveva votato no alla sua abolizione, diceva che quell’organismo non ha mai avuto un ruolo importante nell’ordinamento italiano.
Si può sempre cambiare idea, specialmente se questa porterà a dei benefici economici personali. L’articolo 10 del decreto-legge all’attenzione del Parlamento porta questo titolo:” (Contributo del consiglio nazionale dell’economia e del lavoro all’attuazione del Pnrr)”.
Grazie al prestito europeo l’Italia “resuscita” un organismo dormiente. E il meridione sperava di riequilibrare il gap socio-economico con il resto del paese. Pia illusione oltre che ennesima azione che usurpa speranza e legittimità di diritti della gente del Sud.

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Foto da Pixabay

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