Torna, mio spudorato, torna, perché Narciso non può morire. Comincia in “salita” il libro del giovane Luigi La Rosa dal titolo: ”Quel nome è amore. Itinerari d’artista a Parigi”. Edizione: ad est dell’equatore, pagg. 180, euro 12,00.
La pesantezza della storia sentimentale tra Jean Cocteau e Raymond Radiguet viene raccontata con penna leggera, la complessità delle due personalità, la natura eccentrica e bizzarra di Radiguet, l’attitudine a fuggire di questi, si immergono negli splendidi luoghi parigini; una città senza tempo, che ispira, ti fa innamorare, che è in grado di avvolgerti in nome dell’amore.
Si continua con Pauline Mary Tarn, in arte Renèe Vivien. Figura che non sfugge alla confusione e al fraintendimento, una donna che ama le donne e odia il matrimonio. Inglese ma contro la cultura del suo paese, personalità contorta con l’ossessione di morire a Parigi, forse scelta perché aiuta a sfuggire alla “prigionia sterile del reale”.

La coertina del libro
La copertina del libro. In alto, un battello sulla Senna, a Parigi

Luigi La Rosa tratteggia personaggi e luoghi, facendo notare fino all’ultimo tassello ambientale, ti fa vedere ed odorare i posti. Mentre si legge è facile immergersi dentro il racconto. Come l’incontro struggente tra Gaston Bazille ed il figlio Frédéric. Dentro una fossa comune Gaston si fa largo tra i cadaveri per accostare al figlio, ancora con gli occhi aperti. Lo scenario è quello di guerra, sessantamila uomini agli ordini di Napoleone III°.
L’originalità del libro di La Rosa è nel raccontare quelle persone importanti ma in ombra rispetto ai personaggi principali che la storia ha conosciuto. Quei volti scuri che hanno accompagnato chi ha comunque lasciato un segno per la sua narrazione (scrittori, poeti, saggisti, drammaturghi). I “secondi” che non ti aspetti. Tormenti, insicurezze, drammi, ma linfa vitale per quei “primi”. Il tutto in una delle più affascinanti città del mondo.

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