All’istituto francese di Napoli si parla napoletano. Da mercoledì 13 ottobre dalle 18, a Palazzo Grenoble in via Crispi 86, a distanza di 20 anni, risuonerà di nuovo una lingua che vanta, tra i suoi capolavori, Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile.
Siamo negli anni novanta. Fu l’allora direttore, lo scrittore e editore Jean-Noël Schifano, a lanciare le conferenze con un protagonista dalla vena affabulatoria come l’avvocato Renato De Falco che narrava la sua conoscenza linguistica agli amici dell’istituto.
Era il periodo in cui molti, che adesso si fanno promotori variegati di corsi in partenopeo, remavano contro, contestando aspramente l’iniziativa che sembrava loro balorda. Ignorando la stratificazione storica della città che con Parigi nei secoli ha costruito un solido ponte culturale.
I tempi sono cambiati. Le tendenze, anche. La febbre planetaria per l’amica geniale di Elena Ferrante ha compiuto il miracolo definitivo. Di Napoli c’è tanta voglia: di conoscerla, amarla, approfondirne anche i lati oscuri.
E allora il passato diventa attuale. Grazie anche alla coinvolgente forza dell’istituto francese che da qualche anno ha ripreso vigore e strategia, grazie ai suoi ultimi 3 consoli direttori, Christian Thimonier, Jean-Paul Seytre e  Laurent Burin des Roziers.
E’ stato proprio Laurent Burin des Roziers a promuovere le lezioni di napoletano curate da Davide Brandi, presidente dell’associazione i Lazzari e vice presidente dell’Alliance européenne des languages régionales (con sede a Arles, in Francia)
In programma, 15 incontri con differenti tematiche: tra la storia della lingua napoletana e gli slang giovanili moderni, si chiariranno molti degli equivoci (e delle bufale che girano sui social) legati proprio al napoletano, si effettueranno continue esercitazioni dalla fonetica alla grammatica senza trascurare le etimologie ed i prestiti linguistici (soprattutto dal francese).
 Agli incontri non mancheranno artisti ospiti che doneranno perle di musica, di recitazione e di danze partenopee. Il corso è gratuito ma a numero chiuso e per poter partecipare è necessaria la prenotazione telefonando all’Institut Francais.
In copertina, una sequenza di Totò, Peppino e la malafemmena: sintesi dell’espressività napoletana

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