Oltremare, raccontando  il Mediterraneo del nostro tempo. Sabato 15 febbraio, dalle 17.30, inaugurazione della nuova mostra negli spazi dell’Associazione Movimento Aperto (a Napoli, in via Duomo 290/C). Personale dell’artista Vittorio Vanacore che resterà allestita fino al 10 marzo prossimo. L’esposizione è introdotta dal testo critico di Michelangelo Giovinale.
L’artista, di Aversa, vive e lavora a Casaluce (Caserta). Sin dal 1984 troviamo i suoi lavori in moltissime collezioni ed esposti in diverse mostre, soprattutto in Italia e Spagna. Si è formato studiando pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, è attualmente docente di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico di Santa Maria Capua Vetere, luogo in cui ha anche fondato il MACS, un museo d’arte contemporanea che espone una vasta collezione di opere. Socio, inoltre, della galleria d’arte contemporanea Spazio Vitale di Aversa, che si distingue per la sua programmazione artistica degna di nota.

Qui sopra e in alto, due dei lavori proposti dalla mostra
Qui sopra e in alto, due dei lavori proposti dalla mostra

Dodici le opere esposte, dedicate a un unico tema, quello del viaggio. Sono lavori di medie dimensioni, realizzati utilizzando materiali diversi e soprattutto estremamente recenti, sono infatti tutti datati 2019. Il racconto proposto dall’artista non è quello di piacevoli itinerari o scoperte di luoghi altri, ci parla del viaggio dei migranti, di quanti lasciano la propria terra e per mare soffrono, patiscono, incontrano la morte e la guardano in faccia, la sfidano, senza però perdere la speranza di arrivare vivi a terra e ricominciare.
I colori sono decisi, il rosso, il nero, il bianco, utilizzati in maniera generosa, la materia diventa densa, la superficie pittorica sembra prendere corpo, emergere, si increspa, fino quasi ad urlare per raccontare attraverso l’immagine il sottile equilibrio tra la paura della morte e il desiderio di vita.
Racconta Giovinale nel suo testo critico:  «La poetica di un segno informale nella sua pittura, restituisce la sagoma fredda della realtà, nella sua manifestazione più cristallina ed anche più fragile, come le sue barchette di carta, adagiate, nelle sue opere, annegate dentro filamenti di garze, in un perenne e precario stato di equilibrio, su fili tesi, da un capo all’altro. […] È un gesto estremo il cellofan che Vanacore avvolge intorno alle sue opere. Un sottovuoto, chissà se è l’estremo tentativo di salvare “qualcosa” alla putrefazione del tempo. Il gesto sembra essere un rito tombale. Un velo di plastica, sul volto imbiancato dell’umanità».
Oltremare non è un lavoro introspettivo ma analisi oggettiva del mondo reale del nostro tempo, uno sguardo sul mare, il Mediterraneo, e il suo tragico cambio di identità nel corso della storia: da luogo di scambio e condivisione a sede di tragiche e sofferte migrazioni, di segregazione e negati approdi. Questa analisi condotta attraverso il gesto artistico diventa, estendendosi, una riflessione sull’umanità del nostro tempo, un’umanità meglio definibile, a tratti, come disumanità. Restiamo allora aggrappati a quelle barchette bianche di carta, simbolo del desiderio di vita che batte la paura della morte.
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La mostra Oltremare resterà aperta fino al 10 marzo 2020, il lunedì e il giovedì dalle 17 alle 19, il mercoledì dalle 10.30 alle 12.30 e su appuntamento (tel. 33332229274).

 

 

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