Moebius alla ricerca del tempo. Dal 10 luglio al 4 ottobre 2021 al museo archeologico nazionale di Napoli, nella sezione preistoria e protostoria. L’esposizione si sarebbe dovuta tenere lo scorso anno da aprile a maggio, ma a causa covid è stata rimandata. Un progetto curato da Moebius production e patrocinato dalla Regione Campania, Comune di Napoli e Institut Français de Naples.
 Moebius, pseudonimo di Jean Henri Gaston Giraud (1938 – 2012) è stato uno dei più influenti fumettisti e illustratori di tutti i tempi, autore di opere visionarie tradotte in tutto il mondo come Arzach, Blueberry, Il Garage Ermetico, o L’Incal.

Ecco il Moebius napoletano

L’artista è stato legato in modo particolare all’Italia e a Napoli, alla quale dedica alcune sue opere illustrate come Vedere Napoli e Muori  e poi vedi Napoli.
«È strano- scrive- ogni volta che lavoro su una storia che riguarda Napoli non ci sono problemi: tutto fila liscio. Napoli ha qualcosa che mi affascina, che mi tocca sempre in un modo speciale…».
Le 330 opere in esposizione accompagnano il visitatore nel suo universo immaginifico, un mondo ricco di storia, fantascienza e miti, alcuni dei quali prendono vita grazie alla App Artivive che rende i fumetti in movimento attraverso lo schermo del cellulare.
Le opere sono affiancate da preziosi minerali, grazie alla collaborazione con Mineral Art Gallery di Napoli, e che compaiono in diverse opere dell’artista.
Non mancano disegni dedicati ai miti della Magna Grecia, con una magnifica illustrazione di Teseo e Arianna Le Fil d’Ariane (foto in alto) che ha ispirato la copertina della mostra, e una sezione dedicata a Dante in occasione del settecentesimo anno dalla scomparsa del sommo poeta, e alla sua interpretazione del Paradiso.
Uno spazio è dedicato alla parte più intima dell’illustatore, e alla sua ricerca  personale del deserto interiore con le tavole 40 jour dans le Désert B.
La mostra, organizzata da Comicon, è inserita nell’ambito del progetto Obvia (Out of boundaries viral art dissemination) dell’Università di Napoli Federico II per il Mann.
Spiega il direttore del Mann, Paolo Giulierini: «Cavalcare pterodattili attorno a fantastici scenari o muoversi all’interno di enormi carcasse di dinosauri, in un tempo che contempla un futuro al passato, rimandi a civiltà che furono, relitti superstiti di antichi mondi tecnologici non è una mera dimensione onirica: è un’esperienza concreta che si può fare addentrandosi nelle tavole a fumetti di Mœbius. Dopo le straordinarie Mostre di Hugo Pratt, dedicata a Corto Maltese,  e di Tanino Liberatore che ha portato la nostra antenata Lucy nella sezione Preistoria e Protostoria, il Mann e Comicon, nell’ambito del Progetto Obvia, presentano al grande pubblico un altro gigante del fumetto: Mœbius, alla ricerca del Tempo, Le opere del grande artista francese che amava Napoli e l’archeologia dialogano con i nostri reperti più antichi, in un’esposizione unica, attesa da tutti gli appassionati».
Un ricordo di famiglia è evocato dalla moglie dell’illustratore, Isabelle: quando la figlia Nausica gli chiese cosa avrebbe voluto fare se non fosse divenuto Moebius rispose senza esitare, l’archeologo. Lui scavava infatti anche nella propria storia, per meglio volgersi al futuro. La pagina bianca era per lui come un deserto. Scavò nella sabbia del suo deserto interiore per trovare la sua strada, come quando disegnò Inside Mœbius o 40 giorni nel deserto B.
Dell’archeologo ha adottato i metodi, affascinato dall’interrogazione del tempo, dalla continuità delle forme, dallo studio delle tracce… Disegnare, scrivere, era per lui un modo per riappropriarsi di un destino umano e per lasciare una traccia .
Un legame profondo unisce l’anima dell’artista all’archeologia, alla relazione con il passato, e questa mostra chiude un ciclo confermando la consolidata collaborazione tra Comicon e il Museo Archeologico.
La parola, infine, a Claudio Curcio, direttore generale di Comicon:
«Quando Jean Giraud divenne Mœbius, tutto il mondo del fumetto ebbe finalmente la consapevolezza delle vere potenzialità di questo medium ed è anche e soprattutto grazie a autori come lui se oggi il fumetto ha il suo posto nelle forme d’arte e di espressione maggiori. Dopo venti anni dall’ultima volta che il suo lavoro è stato esposto a Napoli, siamo orgogliosi di poter offrire al pubblico un eccezionale percorso espositivo attraverso le opere di uno dei più grandi artisti del XX secolo».
Accompagna la mostra, un’elegante catalogo cartonato con tutte le opere esposte che costa 46 euro.
©Riproduzione riservata 

Uno scorcio dell’allestimento al Mann

CHI ERA MOEBIUS
Classe 1938, il francese Jean Giraud, alias Mœbius, è nato l’8 maggio a Nogent-sur-Marne. Ha sviluppato una vasta gamma di stili, dal realismo dettagliato di Blueberry ai disegni fantastici di Arzach o 40 giorni nel deserto B.
I suoi paesaggi futuristici, popolati da creature ibride e astronavi ultrasofisticate, dove l’incredibile favorisce la metafisica onirica, l’hanno fatto conoscere in tutto il mondo. Il suo lavoro ha avuto una profonda influenza sul mondo della fantascienza, dell’animazione, del cinema, del 3D e dei videogiochi.
Morto a Parigi il 10 marzo 2012, ha lasciato una profonda traccia, ispirando intere generazioni con le sue innovazioni visive e narrative.

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