Peppe Esposito porta le sue bambole nella galleria napoletana le 4 pareti di via Fiorelli 12/D. Una minimostra, la sua, che inaugura sabato dicembre alle 12. Titolo in inglese: Dolls (foto).


Da anni il fotografo partenopeo indaga sguardo e volto di creature che diventano reali, persone in carne e ossa, attraverso il filtro alchemico dell’obiettivo, sul filo dell’ambiguità.
Non sono solo icone ripescate da un archivio di ricordi ma interpreti di una dimensione tangibile attraverso l’occhio fotografico.
Scrive Maria De Michele nel testo che accompagna l’esposizione:
«La magia dei primi piani sottolinea l’acuta e competente riconsiderazione del mezzo espressivo, nella tecnica fotografica con elaborazione digitale si percepisce una minuziosa e sapiente riflessione. Dietro il gusto dell’istantanea c’è il gioco di chi ama l’attimo e lo eterna. Peppe Esposito lo inventa, partendo da un’idea partorisce le sue creature comunicando movimento nella staticità. Polarizzato dai primissimi piani il fruitore raccoglie tutta la tensione turbante dell’immagine mettendo in scacco l’ordinario sentire». E così spettatrici e spettatori si perdono nel paradosso dell’esistenza.
Classe 1960, Esposito insegna arte della stampa al liceo Palizzi di Napoli. Impegnato da decenni nella comunicazione visiva attraverso design fotografia, pittura e tecnologie digitali. Ha esposto in numerose mostre italiane e internazionali, le sue opere sono presenti in musei, collezioni pubbliche e private, in archivi di arte contemporanea, anche all’estero.

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