Siamo tutti un po’ orfani di Umberto Eco, semiologo, romanziere e intellettuale conosciuto nel mondo che se n’è andato ieri sera (venerd 19 febbraio) all’et  di 84 anni. In Francia i suoi romanzi sono stati tradotti dallo scrittore Jean-Nol Schifano, cittadino orario di Napoli dagli anni novanta. Tra le sue frasi che rendono orgogliosi i napoletani «Senza l’Italia Napoli sarebbe più o meno la stessa; ma senza Napoli l’Italia non ci sarebbe».
Ma a parte i suoi romanzi (tra tutti “Il nome della rosa”), per molti resta l’autore di un libro fondamentale per laureandi di ieri e oggi. Lo afferma l’assessore alla cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele.«Qual è per me il libro più importante di Umberto Eco?
Non esito a dichiararlo" Come si fa una tesi di laurea". Ti immagini una scorciatoia (un onesto Bignami) e scopri la seriet  degli studi e lo scrupolo delle citazioni. Come si scheda un libro e l’importanza del riassunto. Ora che cultura è sinonimo di comunicazione (viene cos denominata una sottospecie di sofistica senza umanesimo) bisogner  ritornare a quel testo pieno di passione pedagogica.Venne dopo gli anni del 6 politico. E ridiede un senso costituzionale all’Universit  per tutti da sostenere se meritevoli. Un senso alla parola "democrazia". Ne promuoveremo lo studio perch lo sentiamo maestro autentico di quella cultura severa improntata alla fiducia nell’uomo e nella conoscenza. Un sapiente nel senso degli antichi filosofi».

Nella foto, Umberto Eco

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