Tenebre a mezzogiorno. Quando si viene sorpresi da un pensiero: c’è un’epoca nel passato dove l’uomo è stato libero o almeno degno? La risposta giunge categorica: non c’è ricordo d’un tempo in cui l’umanit  si sia trovata al sicuro… Essenziale, ironico, lucido, nel suo nuovo (terzo) romanzo, Tho Ananissoh attraversa i luoghi della propria infanzia, ripercorrendo le origini affondate in un’Africa che ha portato con s da studente ventenne della Sorbona, dopo una formazione scolastica in lingua francese nel Togo, dove è nato poco meno di mezzo secolo fa . Con la calma della scrittura, affiancata all’insegnamento, prima nella scuola media di Parigi e poi all’universit  in Germania (a Düsseldorf, dopo Colonia), affronta il nodo della diversit , dell’appartenenza, dell’energia d’artista, allenato a non perdere di vista il contatto con il mondo. Realista, dal cuore bohmien, innamorato dell’opera di Thomas Mann, dal perpetuo interrogarsi sull’arte dello scrittore tedesco e dai suoi personaggi: primo tra molti, Gustav Aschenbach, protagonista di “Morte a Venezia”, che finisce per perdere l’orientamento umano e soccombere al confronto con la vita. Ma anche da Leonardo Sciascia e da quella sua capacit  di mettere insieme l’immaginario con la realt .
SPAZIO LIBERO
Tho è una delle voci d’Africa che intrecciano il tessuto di “Continents Noirs”, la collana diretta, per la maison d’ditions Gallimard, da Jean-Nol Schifano, appena arrivata al traguardo dei dieci anni di pubblicazione, festeggiati tra la conferenza stampa ad avenue de Wagram, alle spalle dell’Arco di trionfo, nella sede parigina di Tv5 monde, sguardo televisivo mondiale dal 1984, spalancato sul cammino dell’indipendenza africana iniziato nel 1960, e la serata al New Morning, club di jazz a pochi passi dalla gare dell’Est, un po’ garage, un po’ “studio”, soprattutto spazio di libert .
Nella Francia di Sarkozy, impegnata nel controverso dibattito dedicato all’identit  nazionale, la decennale luce artistica dei Continenti Neri spiazza, sconcerta, scompiglia il paesaggio intellettuale, offrendo ribalta a una letteratura giovanissima, non ancora inquinata dalla banalit , attenta a non inciampare nella retorica su colonialismo e coscienza sporca della civilt  occidentale. Ne riassume il pericolo, Monsieur Ki, romanzo costruito dal drammaturgo ivoriano Koffi Kwahul: “Il fatto è che non mi sento a mio agio che con i bianchi razzisti; tra loro, sono fiducioso… so dove mettere i piedi… Al contrario, diffido di quelli hanno un amico del Senegal o del Camerun i signori-io conosco-bene-i-neri, i signori-io-ho passato-venti-anni-in Africa…che giurano assolutamente sulla spontaneit  e l’eleganza naturale dei negri…”.
MOVIMENTO DELLE PAROLE
Inoltrandosi tra lingue e culture differenti, le parole si nutrono di forza, resistenza, movimento. E diventano universali. Come universale è la vicenda di “Anticorps”, firmata dalla reporter (con radici in Martinica) Fabienne Kanor, narrata a colpi d’immagini acuminate. Mosaico d’amarezza di una donna decisa ad assecondare la propria rivolta interiore, dopo un matrimonio quarantenne vissuto tra figli, lavoro da giornalista e stereotipate convinzioni femministe, contraddette dai comportamenti di moglie ubbidiente. Il disagio di Louise (per la famiglia Citronelle) emerge nella malattia, tumore all’utero, che la costringe a fare i conti con se stessa e a sviluppare anticorpi per guarire, cancellando l’ipocrisia di un peso sopportato solo “perch una donna sposata non può essere fondamentalmente egoista”.
PUNTE DI DIAMANTE
Camminare nell’anima, osservare dettagli di esistenza, curare le piaghe del genocidio: è la geografia di una sensibilit  in espansione, nel firmamento della narrativa. Ne è molto fiero Schifano che, con Antoine Gallimard, in viaggio verso Libreville (1999), capitale del Gabon, per invito del centro culturale francese Saint-Exupry, scommette su un’idea: cercare affluenti d’umanit  (oltre un’ Europa piuttosto spossata dall’ovviet ), scoprire punte di diamante emotive in una comunit  globale, scovare il grido nascosto dei sentimenti. Jean-Nol, incalzato lui stesso dalla “dannazione identitaria” (padre siciliano, madre lionese, nascita in una regione francese al confine con l’Italia), abbraccia la nuova avventura subito dopo aver guidato, dal 1992 al ’98, la sede partenopea dell’istituto Grenoble dando visibilit , con cascata di eventi, al talento di una citt  (Napoli) dal dna internazionale, alimentata dai contrasti, dalla storia, dalla precariet . Mai immobile e sempre pronta a offrirgli emozioni.
Dieci anni più tardi: settanta titoli (con una prima tiratura di oltre tremila copie), trentacinque autori (docenti, universitari, figure prominenti del panorama politico/culturale, esordienti), sguardo alla speranza che i libri, diffusi ora in Africa al prezzo di 9 euro circa, possano essere letti in tutti gli angoli della loro sorgente. Sulle copertine, la terra rossa delle zone tropicali che, a ogni pubblicazione, cambia forma: è la laterite affidata dagl            6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpG7e:EèHlèNO» OJe
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  è    èî  è èî   î î »     è  —t  t    î èî  :       è     î îî l a —    î   i anziani alle mani dei giovani in partenza dal villaggio, esuli dovunque. Con il desiderio d’Africa. E la voglia di raccontarlo.

GLI SCRITTORI E I LIBRI DELLA COLLANA
(diretta da Jean-Nol Schifano per nrf Gallimard)

Jos Eduardo Agualusa(La Saison des fous, Un rve d’Albatros)
Tho Ananissoh(Lisahoh, Un reptile par habitant, Tnèbres   midi)
Nathacha Appanah (Le rochers de Poudre d’Or, Blue Bay Palace, La noce d’Anna)
Mariama Barry (Le coeur n’est pas un genou que l’on plie)
Pascal Bjanni(Mammo)
Bessora (Cuillez-moi jolis Messieurs…, E si Dieu me demande, dites-Lui que je dors)
Mongo Beti
(Le Rebelle, tome I, tome II, tome III)
Florent Cpuao-Zotti (Poulet-bicyclette et Cie)
Ananda Devi(Pagli, Soupir, Le long dsir, La vie de Josphine le fou)
Ali Diallo(La rvolte du Komo)
Ousmane Diarra(Vieux Lzard, Pagne de femme)
Eugne Ebod(La transmission, La divine colre, Silikani)
Edem(Port-Mlo)
Gaston-Paul Effa(Le cri que tu pousses ne rveillera personne)
Libar M. Fofana (Le fils de l’arbre, N’Koro, Le cri des feuilles qui meurent, Le diable dvot)
Mambou Aime Gnali (Beton na beto, Le poids de la tribu)
Emmanuel Goujon(Depuis le 11 septembre)
Svie Kand(Lagon, lagunes)
Fabienne Kanor(D’eaux douces, Humus, Les chiens ne font pas des chats, Anticorps)
Koffi Kwahule(Babyface, Monsieur Ki. Rhapsodie parisienne   sourire pour caresser le temps)
Henri Lopes(Ma grand-mère bantoue et mes anctres les Gaulois)
Antoine Natha(Epitaphe)
Justine Mintsa(Histoire d’Awu)
Boniface Mongo-Mboussa(Dsir d’Afrique, L’indocilit)
Scholastique Mukasonga(Inyenzi ou les Cafards, La femme aux pieds nus, L’Iguifou)
Tidiane N’Diaye(Les Falaches, Nègres errants du peuple juif, Le gnocide voil)
Abasse Ndione(Mbk Mi   l’assaut des vagues de l’Atlantique)
Donato Ndongo(Les tnebrs de ta mmoire)
Patrice Nganang(L’invention du beau regard)
Arnold Sènou(Ainsi va l’hatteria)
Amal Sewtohul(Histoire d’Ashok et d’autres personnages de moindre importance, Les voyages et aventures de Sanjay, explorateur mauricien des Anciens Mondes)
Sami Tchak(Place de Ftes, Hermina, La fte des Masques)
Amos Tutuola(L’ivrogne dans la brousse)
Abdourahman A. Waberi (Rift Routes Rails, Transit)

Per saperne di più

www.gallimard.fr

Nella foto, in alto, Marie-Christine Saragosse, direttrice generale di TV5Monde la terza più grande rete televisiva mondiale (accanto a Mtv e Cnn). Lanciata 25 anni fa, conta 9 testate differenti (Africa, America latina, Asia, Stati Uniti, Europa, Francia Belgio Svizzera, Maghreb-Orient, Pacifico, Quebec-Canada) e collaborazioni con dieci catene francofone (tra cui Arte France). L’evento per festeggiare Continents Noirs è stato organizzato in collaborazione con RFI. Sotto, alcuni titoli della collana.

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