Alla scuola media Piazzi di Palermo quest’anno “campanella differenziata”, entreranno prima gli alunni e poi le alunne. Il compagno di Alessandro Cecchi Paone, Simone, viene insultato sul web per le effusioni sentimentali estive alla luce del sole. A Londra gli ultrà del Marsiglia strappano la bandiera Lgbtq dallo stadio del Tottenham, in occasione della partita di Champions League, Tottenham-Olympique Marsiglia. Il 2022 continua a segnare un “medioevo” culturale!
Tre episodi che riportano indietro le lancette della storia di centinaia di anni, a prevalere è un sessismo becero e di grado ultimo. L’idiosincrasia ha provocato tragedie mondiali, guerre di potere, feroci attacchi di comunità.
Questo è un problema culturale, o meglio, di una sottocultura minoritaria, scadente, degradata, localistica. Ma che, purtroppo, si affaccia al balcone della storia spesso, con continuità, turbando il buon senso, la libera, pacifica e paritaria convivenza tra persone.
Allora bisogna appellarsi di nuovo alla cultura. Ritornare sui banchi di scuola per acquisire quel complesso intellettuale fatto di conoscenze, morale, spiritualità, gusto estetico. Più diventano labili questi connotati, più si rischia di non elevare una società che sembra disprezzare questi valori, che li calpesta quotidianamente attraverso lo scherno, la derisione, l’esclusione di ogni elemento non uniformabile alla massa, al branco, ma solo omologabile alle malefatte.
La dirigente didattica di Palermo dovrebbe usare la cortesia di spiegare perché farà entrare all’interno dell’edificio scolastico prima i maschi e poi le femmine. Questa scelta esterna una forma meno violenta e tenta di rendere invisibile una pratica comunque machista, una scelta pericolosa che potrebbe essere interpretata dalla comunità circostante, fors’anche agli occhi dei genitori degli studenti, come una cosa positiva, utile oltre che necessaria.
Perché i sostenitori di una squadra di calcio (francesi) vanno in un’altra nazione (Inghilterra) e strappano una bandiera che inneggia ai diritti civili, a forme di cittadinanza evolute, alla acquisizione di più specifici e puntuali norme giuridiche e comportamentali? Non bisogna ridurre questo tipo di atti a goliardia, a sfottò, ma vanno redarguiti come veri e propri oltraggi alla consapevolezza di come bisognerebbe atteggiarsi nella società, facendo avanzare valori che si nutrono di libertà e solidarietà.
E ancora, i social ormai sono diventati i nuovi giustizieri delle nostre vite, ti dicono ciò che è giusto, ciò che è bene, ciò che conta. Con giudizi senza nessuna controprova, sputano sentenze senza alcun fondamento intellettuale né giuridico. Queste opinioni diventano maggioritarie perché fatte camminare sul quel popolo che non ha gli strumenti a disposizione per discernere, valutare, approfondire. E nel frattempo che non arriva la verità si diffondono nei comportamenti, provocando, appunto, discriminazioni, odio, sessismo, intolleranza e mancanza di rispetto sociale.
Certo non si possono abolire i social e la comunicazione e divulgazione in rete, né sarebbe giusto e auspicabile, perché utili per tante altre importanti finalità, ma sicuramente occorre un freno all’uso eccessivo e sbagliato che se ne fa, sempre più allo sbaraglio del “tutto” si può. Fonte e volano di degrado cultuale, umano e sociale, e arresto del perseguire quei principi di civile convivenza che dovrebbero rappresentare i fondamentali del rispetto egualitario del vivere.
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Foto di Sabine Nuffer da Pixabay

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