Correva l’anno 2021, 2 agosto, il presidente del Consiglio dei Ministri – Mario Draghi – firmò una direttiva, che ne ampliava una precedente (2014), recante l’indirizzo di rendere consultabile la documentazione concernente l’organizzazione Gladio e quella relativa alla loggia massonica P2.
A un esame più approfondito di tale direttiva si nota una limitazione più che sospetta: si escludono dalla documentazione, da rendere pubblica, “eventuali atti della Nato o di altro soggetto estero”.
Per quanto riguarda Gladio notoriamente fu costituita attraverso un protocollo d’intesa tra i servizi segreti italiani (Sifar) e statunitensi (Cia). La loggia massonica P2, parimenti, rappresentava un punto di riferimento in Italia per ambienti dei servizi segreti americani, proiettataa intervenire nella vita politica italiana, se necessario, attraverso l’indirizzo di riforme costituzionali o addirittura di un colpo di Stato nel nostro paese.
L’organizzazione paramilitare Gladio avrebbe fatto da argine ad eventuali invasioni sovietiche in Europa, mentre l’associazione per delinquere “P2” aveva chiare finalità eversive finalizzate al sovvertimento dell’ordinamento giuridico italiano.
Alla luce di ciò che rappresentavano Gladio e P2, sulle quali un tratto di strada è stato fatto dalla storia politica di questo paese, lascia sgomenti e basiti la filosofia di una direttiva di un capo del Governo (dei migliori), che lascerebbe fuori dalla desecretazione proprio quel soggetto estero in qualità di “partner ufficiale” dei due organismi deviati.
Un buon principio ma svuotato di contenuti e inservibile a ricostruire, con trasparenza, vicende che hanno rappresentato passaggi drammatici della recente storia dell’Italia. Sul punto, il presidente Draghi ha preso in giro gli italiani.
In ogni caso, a tutt’oggi nessun foglio di carta o supporto digitale consultabile è stato reso pubblico a chi chiede verità e “riparazione” storica e politica.   
Da quell’agosto del 2021 ai nostri giorni nessun Ufficio dello Stato (Ministri, sottosegretari, autorità di sicurezza, DIS, AISE, AISI) sembrerebbe aver mosso un dito. Perché nessuna responsabilità è stata attribuita per negligenza od altro?
Un fatto non secondario riguarderebbe l’agire della magistratura, poiché la consultazione pubblica di tali documenti faciliterebbe l’Autorità Giudiziaria procedente su dette vicende.
Due storie, pesantissime, quelle di Gladio e della P2 che hanno limitato fortemente l’agire democratico e disatteso l’atto fondativo della Repubblica: la Costituzione.
Sembrerebbe evidente che queste sono due storie politiche, nate in seno alle istituzioni deviate, in capo a governanti e forze di sicurezza nazionali, al servizio di interessi funzionali alla rappresentanza interna ed estera dell’Italia. Se questo è pacifico sono organizzazioni che contravvengono precisamente all’art. 16 Cost., che prescrive:” Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.”. Gladio e la P2 rappresentano restrizioni politiche e culturali, ingerenze, deviazioni, criminalità, depistaggi, allontanamento della verità e della giustizia.
Draghi è uscito di scena, ora bisognerebbe incalzare sul tema l’attuale Governo che si fregia, sull’onda di quello precedente, di essere atlantista. Probabilmente la “vicinanza” agli Stati Uniti non permetterà mai un impegno pieno e trasparente dell’Italia nel far luce su tanto buio della storia politica italiana.
Bisognerà aspettare tempi nuovi. Ma saranno migliori? 
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In foto, Capitol Hill, sede del Governo degli Stati Uniti a Washington, fonte Pixabay

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