Aldo Masullo, 32° edizione del premio Guido Dorso alla Cultura.

Qualche giorno fa si è spento il filosofo della città di Napoli. Nato ad Avellino il 12 aprile del 1923, Aldo Masullo è deceduto a Napoli il 24 aprile 2020 all’età di 97 anni. Filosofo e storico, professore emerito di Filosofia Morale all’Università Federico II di Napoli.
Il ministro dell’Università Gaetano Manfredi lo ha ricordato come «un intellettuale che sapeva parlare con tutti e soprattutto con i giovani; il suo è stato un insegnamento etico che va oltre le università».
Uomo di grande lucidità di pensiero e profondo conoscitore dei fatti e degli uomini del Mezzogiorno, Masullo ha saputo coniugare pensiero e azione impegnandosi anche politicamente. Studioso che ha proposto la categoria dell’intersoggettività, del tempo, e della «paticità», ossia la condizione di ciò che è «patico» (dalla radice greca path-, da cui «pathos», emozione, sentimento).
Aveva fatto di Napoli «la sua» città, interrogandone i contrasti e facendo dialogare pensiero e azione civile.
Nel 2011 gli è stato conferito il premio internazionale Guido Dorso alla cultura promosso dall’omonima associazione guidata da Nicola Squitieri. Nella 32° edizione (nella foto) rilasciò la seguente dichiarazione sulla condizione sociale del Mezzogiorno che in questa emergenza sanitaria ed economica risulta essere di particolare attualità: «Credo che il Mezzogiorno non debba contare sugli altri, ma neppure isolarsi. Perché contare sugli altri significa asservirsi alla protezione, e noi di cultura meridionale, spesso tardo-feudale, siamo troppo inclini a questo atteggiamento. Dovremmo innanzitutto sottrarci alle protezioni di qualunque genere.
Ma il fare da sé non basta. Il Mezzogiorno può risollevarsi solo con un forte impegno di solidarietà politica tra tutti gli onesti e coloro che criticamente sanno guardare la realtà. Con una solidarietà di questo tipo noi peseremmo molto di più nei riguardi dei nostri colleghi, dei nostri concittadini, e di altre regioni, soprattutto del Nord d’Italia. Bisogna saper valere presso coloro che ci devono aiutare, non andare col cappello in mano, ma esibire la propria forza, perché essa è utile anche agli altri, diventa un elemento di contrattazione.
La società stessa è un contratto. La prima grande virtù dell’uomo è la verità (secondo alcuni filologi deriva dalla radice iranica ver che significa fiducia). Se noi non riusciamo ad agire in modo da suscitare la fiducia degli altri, e al tempo stesso ad avere fiducia negli altri, non potremo mai risollevarci dalla nostra condizione. Io mi auguro che i giovani abbiano questa forza e credo che molti di noi sarebbero pronti ad aiutarli
».
Con la scomparsa in tarda età di Aldo Masullo, la comunità accademica italiana, e non solo, del nostro Paese, perde una delle sue figure più significative e originali. Per la sua “militanza napoletana”, nel 2018 Masullo ebbe conferita dal sindaco De Magistris la cittadinanza onoraria di Napoli.
Una città che amava profondamente, e con la lucidità del suo pensiero critico e attento, non risparmiava di esprimere analisi acute e nette.
Diceva che la città di Napoli ama più apparire che essere. Una città che ha una sua storia fatta di tante sconfitte ma anche di quelle tante virtù che l’hanno resa una capitale europea. Sapeva che l’impegno di ciascuno di noi è quello di far venire fuori questo essere mettendo in discussione la separatezza tra classi sociali, tra ceti ricchi e ceti poveri, tra potenti e umili, un malessere antico di cui si fatica ad andare alla radice. Tra i suoi tanti insegnamenti c’è quello di non smettere mai di farsi e fare domande, andando a fondo nel pensiero e nelle parole, evitando così di cadere nel dilagante e banale conformismo imposto dalle mode di turno.
Prima di morire, esprimendosi sulla pandemia che ancora incombe, ricordava che l’anima umana è come l’acqua in un fosso: se resta ferma troppo a lungo e non si rinnova, comincia a imputridire. Per ora, a causa dell’emergenza sanitaria, la città non potrà fare neanche un funerale di questo suo grande maestro, ma il suo pensiero sarà sempre con noi. Non andrà via fino a quando penseremo che «nessuno di noi si salva da solo».
In questa epoca di smarrimento e disorientamento mancheranno la sua voce, la sua intelligenza, il suo rigore e il suo impegno morale.
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Nell’immagine in alto, Aldo Masullo riceve la cittadinanza onoraria dal sindaco de Magistris con l’assessore alla cultura di quel periodo, Nino Daniele

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