Le disobbedienti/ Thadea, figlia segreta di Carlo V d’Asburgo. Quella principessa che visse nel silenzio

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«Sebbene possa apparire un romanzo, si tratta di una storia vera. È la singolare vicenda di una donna tenace che trascorse un’intera vita di solitudine nascondendo al mondo la propria identità. E poi lottò fino alla morte per essere riconosciuta. Non tanto come figlia, ma come persona, come creatura degna di esistere e di poter scandire a chiare lettere il proprio nome, prima ancora che reclamare il titolo di principessa. Si spense infine come uno stoppino esausto, e fu inghiottita nell’oblio. Non senza aver prima trovato la forza di rivolgere al cielo la sua ultima supplica: che il Tempo, con la stessa onestà del mare, potesse un giorno restituire la “pura, netta e chiara Verità».
L’incipit di “Thadea. La figlia di Carlo V” di Andrea Margaritelli per Rubettino conduce, chi legge, al nocciolo della questione. Carlo V ebbe, tra la progenie, una figlia che crebbe e visse non potendo dire ad alcuno chi fosse suo padre.
Fu principessa per nascita ma nell’anomimato, nel silenzio, nel segreto. Ci sono libri che sono chicche, piccoli gioielli che spiccano e colpiscono per la fattura. In un piccolo formato, racchiusi in una copertina preziosa, illustrazioni curate e grafica sapiente accompagnano un testo che colpisce per il suo significato disvelante.
Tra le mani ho uno di quei piccoli tesori a cui gli amanti dei libri e della lettura non sanno resistere. Uno scrigno in cui è racchiusa la storia – corredata da documenti e citazione delle fonti – di una donna che, poco prima di morire alla soglia dei quarant’anni, in circostanze non conosciute, si rivolge al fratellastro Felipe II di Spagna invocando un pubblico riconoscimento.
La consapevolezza della fragilità della propria posizione è tale da evincersi nella scelta delle parole adoperate per la chiusa della missiva che gli invia: «minima indegnia e inutilissima serva Tadea». La donna si rivolge al sovrano solo dopo la morte dei genitori e del marito, quando ormai sola – non ebbe figli – cerca non la fama o la ricchezza ma il compimento di un percorso identitario.
Per tutta la vita ha rispettato la consegna del silenzio mantenendo il segreto sulla propria nascita. Cresciuta nascosta in un convento – e data in sposa tredicenne dai fratelli della madre all’insaputa di entrambi i genitori – apprendiamo degli unici due legami forti e duraturi che ebbe in vita, quello con la balia scelta per lei dall’imperatore e l’altro, di fraterna amicizia, deciso dal marito per connotare il loro rapporto.
E la madre? Si chiamava Orsolina della Penna, una giovane e avvenente nobildonna di Perugia che il consorte, dovendo mettersi in viaggio, recò con sé nelle Fiandre. Rimasta vedova poco dopo il loro arrivo la donna ebbe modo di frequentare la corte dove conobbe l’imperatore.
La figlia che nacque da questo incontro, Thadea, vide la luce nel 1523. Gli echi della voce della protagonista, una persona che vuole rendere noto il proprio lignaggio per non scomparire, dimenticata e ignota, nella polvere del tempo, si avvertono nel testo che arricchisce il libro, “Solo per la Verità” di Maria Grazia Calandrone.
L’autore trae dalle pieghe del passato la storia di una donna dandole quella voce che non ha più – e mai ha avuto in tema di rivendicazione identitaria – rendendosi strumento di disvelamento. Ci sono voluti secoli affinché accadesse? Non importa, quel che conta è che Thadea sia oggi, da noi tutti, riconosciuta come Thadea d’Asburgo figlia dell’imperatore Carlo V. Alcune persone ricevono in dote un carattere e una inclinazione che li sostiene durante la formazione della personalità conferendo certezza e consapevolezza circa il chi siano e quale sia il loro posto nel mondo ma, quando il poter strutturare la propria identità viene impedito e negato, essi/e sprofondano nella cupa disperazione che comporta il rischio dell’implosione generata dall’impostura. So chi sono ma non posso mostrarlo al mondo.
Leggendo la lettera vergata al fratellastro vien da pensare che il peso dell’anonimato fosse diventato, per Thadea, un fardello troppo ingiusto e pesante da sopportare. Perché gli altri figli e figlie naturali erano stati presentati al mondo e lei no? Cosa aveva lei di sbagliato e impresentabile? A corredo del libro anche un sito internet in cui poter approfondire i momenti salienti della vita, i personaggi, i luoghi e lo scenario di fondo in cui si svolse l’esistenza di una donna condannata a mentire sulla propria ascendenza.
Ci sono storie che ci appassionano, di cui diventiamo parte, storie i cui protagonisti – a un certo punto del nostro ricercarli e raccontarli – entrano nella nostra vita per camminarci al fianco. Dev’essere accaduto così alla famiglia Margaritelli, la cui passione per la storia di Thadea va oltre la pagina scritta prendendo forma in uno spumante dal raffinato perlage rosato prodotto dalla storica azienda vitivinicola che si tramanda di generazione in generazione.
Uve umbre di Sangiovese per celebrare la terra natale della principessa Thadea che, ci piace immaginare, al tramonto passeggi tra i filari di viti godendo di un po’ di quella serenità che in vita le difettò. Sarà, forse, un caso che la copertina scelta per il libro sia di una delicata tonalità di rosa, la stessa del perlage dello spumante a lei dedicato… amo i libri ricercati nella fattura, la discrezione e la sobrietà nel raccontare le vite altrui, stimo chi, anche a distanza di millenni e secoli, dedica tempo, competenza e passione a riscattare coloro che hanno subito un torto dalla Storia, dalla ragion di Stato e dagli esseri umani e – non da ultimo – amo i vini rosé.
Godersi un bel libro sorseggiando un ottimo bicchiere di spumante è uno dei piaceri della vita da regalarsi il più spesso possibile, leggere per conoscere e legittimare l’esistenza di una persona a cui fu fatto un torto aggiunge valore a dei piacevoli momenti.
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
Andrea Margaritelli
Thadea. La figlia di Carlo V
Rubbettino editore
Pagine 143 euro 15,00

L’AUTORE
Andrea Margaritelli, laureato in Ingegneria civile all’Università degli Studi di Perugia, è dirigente d’azienda e coordina attività di ricerca in vari campi della tecnologia del legno. È responsabile Ricerca e Sviluppo del Gruppo Margaritelli e ha assunto per anni la direzione del laboratorio prove sperimentali.
Direttore della Fondazione Guglielmo Giordano, è attualmente impegnato in diverse iniziative dirette alla promozione e divulgazione della cultura scientifica del legno con particolare riferimento ai suoi impieghi in ambito strutturale ed architettonico.  In questo libro approfondisce una figura femminile medievale poco studiata.

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