Uno tsunami che ha investito il mondo intero, il Covid-19, colpendone la vita economica e sociale. Alcuni imprenditori per salvarsi da questo maremoto finanziario hanno trasformato le loro aziende, cambiandone la direzione produttiva. Maria Cira Iacomino è una di loro. Francesca Vitelli l’ha intervistata.maria cira 4
Maria Cira Iacomino lei è una imprenditrice che in seguito all’emergenza sanitaria ha appena convertito la produzione per soddisfare la richiesta di dispositivi di tutela della salute, le mascherine, prima cosa produceva?
Sono una ballerina e una coreografa e la mia esperienza mi ha insegnato che la qualità e la scelta di tutù e costumi da ballo poteva essere migliorata, arricchita, e così sette anni fa decisi di avviare una impresa – Palcoscenico – con cui cimentarmi in una sartoria artigianale. La nostra non è una produzione standardizzata di tipo industriale, anche per una commessa di 100 body uguali ognuno di essi viene tagliato e rifinito a mano. Per realizzare un tutù o un costume su misura impieghiamo anche una settimana.
Quante persone lavorano nella sua azienda?
Nell’azienda, oltre me, ci sono sette dipendenti.
Perché ha deciso di convertire la produzione?
Dopo due settimane di chiusura mi sono resa conto che potevo essere utile producendo dispositivi per la tutela della salute di tutti noi e che dovevo salvare la mia azienda diversificando l’attività. Il periodo da marzo a giugno era per noi il picco stagionale, la maggior parte del fatturato lo realizzavamo in questi mesi in cui tutte le scuole di danza organizzano i saggi di fine anno, cancellati questi ci siamo trovati in difficoltà.
Come si è organizzata?
Mi sono informata sul come avrei potuto avviare la produzione partendo dal reperimento della materia prima, il tessuto non tessuto certificato, passando per le autorizzazioni da richiedere agli organismi competenti fino a giungere agli accordi con i corrieri per la consegna a domicilio delle mascherine. Fatto questo ho proceduto a far sanificare gli ambienti e per rispettare le norme sul distanziamento ho organizzato il lavoro con il numero dei dipendenti che in base allo spazio potessero lavorare in sicurezza.
Sa che sulle mascherine c’è chi specula…
Certo che lo so e questo è uno dei motivi che mi hanno spinta a prendere la decisione a convertire la produzione, trovo eticamente inaccettabile speculare sulla salute delle persone così ho fatto due conti e ho deciso che il costo delle nostre mascherine doveva essere calmierato. Il margine è di pochi centesimi perciò, per stare nei costi, dobbiamo puntare alla quantità.
Quante mascherine riuscite a produrre al giorno?
Riusciamo a confezionarne 700-800 al giorno ma non sono sufficienti, ecco perché sto valutando l’acquisto di un macchinario che potrebbe aiutarci ad aumentare la produzione.
Se sta valutando di fare un investimento vuol dire che è ottimista riguardo la ripresa del nostro sistema economico?
Sono ottimista di natura ma quel che considero è che nei momenti di crisi bisogna essere coraggiosi e accettare il rischio d’impresa, adesso c’è bisogno di darsi da fare, questa emergenza sta dimostrando quanto sia importante produrre in Italia determinati beni e usciti da questo terribile momento lo dovremo tener bene a mente per cambiare il volto della nostra economia. Non possiamo dipendere dall’estero solo perché produrre altrove significa poter acquistare a un prezzo più basso. Questo modo di ragionare ci ha portato a distruggere le nostre imprese, il know how sviluppato negli anni, la nostra tradizione manifatturiera. Dobbiamo ripensare il modo di produrre e quello di consumare, è necessario imparare da questa catastrofe una lezione circa gli enormi sbagli che abbiamo compiuto e porvi rimedio, solo cambiando lo stile di vita potremo ripartire.maria cira
Le prime mascherine confezionate a chi sono andate?
Quelle che abbiamo prodotto il primo giorno le ho donate al Comune in cui ha sede l’azienda, quello dove ho la scuola di ballo e quello dove vivo, comuni limitrofi della fascia costiera in provincia di Napoli.
Come sta promuovendo la sua attività?
Ho inserito l’azienda nell’elenco pubblico della Regione Campania delle aziende che hanno convertito la produzione e devo dire che una grossa mano me la sta dando l’associazione di imprenditrici, libere professioniste e donne del Terzo settore di cui faccio parte: EnterprisinGirls (www.enterprisingirls.it), è una rete tra donne pragmatiche, lavoriamo insieme per creare sinergie e opportunità di lavoro valorizzando le attività di ognuna.
Come si ordinando le mascherine e quanto costano?
Si possono ordinare contattandoci via mail palcoscenicotg@hotmail.it e costano 1 euro a pezzo + IVA in confezioni da 5 pezzi.
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Nelle foto, Maria Cira Iacomino mostra il modello delle sue mascherine e uno dei tutù che la sua azienda finora ha prodotto

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