È un affresco corale quello costruito da Barbara Bertolini in “Donne di Puglia. Dalla rivoluzione napoletana all’emancipazione femminile” pubblicato da Milella. L’autrice presenta la sua ricerca dedicando attenzione alle donne che, con il loro operato, hanno aperto nuove strade nella regione meridionale.
L’arco temporale considerato è compreso tra il 1799 – anno della sfortunata Repubblica napoletana – e l’epoca contemporanea. Insegnanti, educatrici, artiste, musiciste, cantanti liriche, politiche, benefattrici, religiose, giornaliste, registe, archeologhe, etnologhe, scrittrici, combattenti del Risorgimento, eroine di guerra, sostenitrici dei diritti delle donne e poete affollano le pagine con le loro storie.
«Donne, le pugliesi, dalla vita avventurosa e spesso sofferta, di mentalità aperta, libere da pregiudizi, con grande ascendente, si affermano per qualità personali, bravura, temperamento e professionalità. Impegnate contemporaneamente su diversi fronti, dedite anche alla loro mansione tradizionale di mogli e di madri, smentiscono il luogo comune secondo cui la donna è solo “madre” o “custode del focolare domestico» sono le parole di Mariolina Perpetua che firma la premessa.
Chi sono, dunque, queste donne pugliesi impegnate ad andare oltre le regole sociali del proprio tempo? Persone che avvertono il limite di una vita in cui troppe sono le cose riservate all’esclusivo appannaggio maschile, cose dalle quali le donne devono star lontane: «Molti genitori, come ho anticipato, ritengono che mandare le figlie a scuola sia nocivo e peccaminoso e, soprattutto, una perdita di tempo, perché le femminucce sono molto utili in famiglia, occupate ai lavori domestici e, vista la numerosa figliolanza, a badare ai bambini più piccoli. Tuttavia, appena le donne hanno avuto accesso alla cultura hanno cominciato a scrivere, non solo per diletto ma anche per una reale esigenza di testi per la scuola, in particolare letture al femminile» scrive Bertolini.
L’importanza di costruire un sistema di istruzione e di apprendimento finalizzato all’ingresso del mondo del lavoro, è cosa che appare evidente a diverse donne, esso è il modo per emanciparsi. Fulvia Miani Perotti crea la prima scuola professionale di quella parte d’Italia che, posta a sud del Garigliano, sembra vivere in un tempo sospeso nel passato, Maria De’ Notaristefano, nel 1913, realizza un laboratorio per la lavorazione di pizzi e merletti mentre Filomena Martellotta, dieci anni più tardi, apre la scuola industriale femminile di Taranto – ancora oggi esistente come I.I.S.S. Principessa Maria Pia – dove le allieve apprendono la tecnica di lavorazione del prezioso bisso, un saper fare oggi in attesa di esser proposto come patrimonio immateriale dell’Umanità.
Alle loro storie si aggiunge quella di Carolina de Viti de Marco insieme con le figlie Lucia e Giulia Starace, la nipote Lucia de Viti de Marco e la cognata Harriet Lathrop Dunham. Agli inizi degli anni Venti Carolina si separa dal marito e insieme alla cognata, tra le prime convinte sostenitrici del voto alle donne, avvia una attività imprenditoriale impegnando le donne nella tessitura e nel ricamo.
Nel 1901 fondano una scuola d’arte applicata dove insegnare alle ragazze le antiche arti del tessere e ricamare e la seconda generazione, facendo tesoro dell’impegno delle proprie madri, crea la Fondazione Le Costantine, ancor oggi attiva, uno strumento per offrire opportunità di lavoro alle donne.
Incontriamo poi le imprenditrici tra cui Lucia e Maddalena Santorufo, Elisabetta Schlippenbach Dentice di Frasso che all’inizio del Novecento divorzia dal marito impostole dalla famiglia quando ancora adolescente, Anna Antonacci che fonda l’Istituto dei ciechi di Lecce, Jole Veneziani tra le prime imprenditrici della moda italiana e Orsola Occhinegro Protopapa che sfidò la famiglia per avviare la propria attività.
Nel testo è riservato ampio spazio anche alle storie di protagoniste delle battaglie per i diritti civili e per coloro che si impegnarono in politica come Virginia Fornari De Bellis che- nel 1893- rappresentò l’Italia al Congresso mondiale delle donne di Chicago, Eva De Vincentiis che, insieme con altre, fondò una delle prime associazioni di diritti e politica nel 1896 e insieme con lo stesso gruppo di donne organizzò, nel 1908, il Congresso del Consiglio nazionale delle Donne Italiane, Clelia Romano Pellicano scrittrice e imprenditrice delegata a rappresentare l’Italia al Congresso internazionale per il diritto al voto alle donne di Londra, Vittoria Titomanlio una delle madri costituenti e prime elette in Parlamento, Anna De Lauro Matera, Baldina Di Vittorio figlia di Giuseppe Di Vittorio sindacalista e parlamentare e Maria Teresa Di Lascia.
Accanto a loro le attrici e le dive come Italia Almirante Manzini diva del cinema muto, che con il marito, nel 1919, fondò la casa cinematografica Manzini Film, la prima sciantosa Anna Fougez nome d’arte di Maria Annina Pappacena Laganà per cui il celebre compositore E. A. Mario scrisse la famosa canzone Vipera, Esterina Zuccarone tecnica del montaggio cinematografico e le cantanti liriche Cloe Elmo e Licia Albanese. Conosciamo anche la prima giornalista del Salento Emilia Macor, le studiose di folklore ed etnografia Amelia Rabbaglietti ed Esther Loiodice e una spiritista e medium cui si interessarono anche Pierre e Marie Curie: Eusapia Palladino.
Il lavoro di scavo e recupero della memoria svolto da Bertolini è importante e si inserisce nel filone letterario, sempre più frequentato, dedicato al racconto di donne sepolte nelle pieghe del tempo e – volutamente – avviate all’oblio. Tutte donne, in un modo o nell’altro, disobbedienti. Persone che non hanno accettato le regole di un modello sociale che le voleva escluse dalla sfera pubblica per essere relegate in una dimensione, esclusivamente, domestica.
Raccontare e far conoscere le loro scelte coraggiose è il modo per ricostruire una memoria collettiva, fin qui lacunosa perché declinata soltanto al maschile, e prendere consapevolezza del valore di tali scelte che, con il loro carattere di rottura, hanno aperto nuove strade per le generazioni successive. Il senso di questa rubrica è, dunque, questo: raccontarvi le storie de #ledisobbedienti vissute in ogni epoca e in ogni luogo.
IL LIBRO
Barbara Bertolini,
Donne di Puglia. Dalla rivoluzione napoletana all’emancipazione femminile,
Milella
Pagine 265
euro 22

L’AUTRICE
Barbara Bertolini è nata in Emilia e cresciuta tra Ginevra e Roma. Giornalista, ha scritto per l’Ansa e per il Giornale di Montanelli, come corrispondente dal Molise, la sua terra adottiva, a seguito del matrimonio con il collega Nino Amoroso. Specializzata nelle biografie di personaggi illustri, ha pubblicato, insieme a Rita Frattolillo, due volumi biografici: Molisani, milleuno profili e biografie; Il Tempo sospeso. Donne nella storia del Molise, e il blog Biografie di donne protagoniste del loro tempo (https://donneprotagoni- ste.blogspot.com/). Tra i suoi vari saggi, ha dato alle stampe il libro-verità sull’emigrazione in Svizzera, scritto in italiano e francese, E qui, almeno, posso parlare.
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Testi dedicati a gallerie di figure femminili tra #ledisobbedienti:

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