Un viaggio tra passato e presente, stereotipi e pregiudizi, modernità e cambiamenti, la lunga battaglia per il riconoscimento dei diritti e del ruolo nella società senza dimenticare aspetti importanti nella vita delle donne, la famiglia, il lavoro e lo spazio nella sfera pubblica.
«Donne musulmane: un ritratto contro stereotipi e luoghi comuni è un incontro intenso, narrato con passione e rispetto, con un pizzico di vis polemica e un tocco di leggerezza tra stili, veli e moda islamica».
Nell’introduzione Giuliana Cacciapuoti, arabista, esperta di cultura e società del mondo islamico e impegnata nella costruzione di un mondo in cui le donne abbiano pari cittadinanza e diritti presenta il suo lavoro attraverso una dichiarazione d’intenti.
Non le interessa dare giudizi di valore, né tracciare una linea di demarcazione tra Oriente e Occidente, distribuendo patenti di detentori della verità agli uni/e o agli/le altri.
Spiega i motivi storici, religiosi e culturali soffermandosi sulle battaglie femministe e i cambiamenti che, nei secoli, la società islamica ha vissuto relativamente ai ruoli che le donne potevano ricoprire e ricoprono nella sfera pubblica e in quella privata.
«Una relazione ambigua si intreccia tra conquiste femminili, esperienze, storie e battaglie – personali e collettive – volte ad ottenere diritti ed emancipazione nei due mondi: quello occidentale e quello musulmano. L’intento di questa pubblicazione è raccontare l’Islam dal punto di vista femminile, svelando stereotipi, scardinando pregiudizi e superando steccati eretti, talvolta, anche in modo inconsapevole».
La scelta del linguaggio e il taglio del testo sono a beneficio di un pubblico ampio che voglia capire e comprendere una cultura e un mondo altro. L’attualità ci mette di fronte ad accadimenti che necessitano di strumenti interpretativi e l’esperienza quarantennale dell’autrice soccorre chi voglia apprendere informazioni fondamentali per poter sviluppare un’opinione. La nascita della religione islamica, gli istituti giuridici che riconoscono – o limitano – i diritti delle donne, il pensiero e l’agire colonialista e post colonialista, le credenze comuni, gli stereotipi, i pregiudizi, le battaglie femministe e l’evolversi della moda sono alcuni dei temi trattati e affrontati per fornire chiavi di lettura di una realtà complessa.
«La riflessione, che vorremmo divenisse collettiva, verte sulla trasversalità di un fenomeno: il persistere dei modelli patriarcali. In ogni emisfero in cui domini l’universo è stata imposta alle donne una vita di limitazioni e oppressione. Ovunque viga una legge che le esclude dalla sfera pubblica, dalla “polis”, restano – come afferma Nawal es femminista egiziana – invisibili perché …gli uomini non si velano né si spogliano».

E ci si arriva, si giunge al punto nodale del rapporto tra Oriente e Occidente: il velo. Quanti tipi ne esistono? Come si chiamano? Che differenze esistono tra l’uno e l’altro? Nelle pagine troviamo le risposte, corredate da illustrazioni, utili ad andare oltre la semplificante omologazione di un uso che ha diverse sfaccettature e connotazioni. Molto interessante è la lettura fatta sulla presenza del velo in Occidente in chiave colonialista dagli uomini, ma anche dalle donne, e dai movimenti femministi così come interessante è l’analisi della “modest fashion” che da fattore religioso e culturale diventa appetibile segmento di mercato globale.
«L’Islam non è solo una religione, l’ultima delle tre religioni monoteistiche in ordine cronologico, rivelata da Dio Allah – al suo inviato Muhammad, di più: è un sistema che si propone di tracciare un modello per i credenti. Essa regolamenta ogni aspetto della vita, soffermandosi sui dettagli».
Così comincia il viaggio in una cultura diversa dalla nostra in cui Cacciapuoti ci conduce, comincia dall’inizio, dalla notte dei tempi, da dove si deve iniziare per capire una realtà lontana e differente.  Ci troviamo di fronte a una concezione spaziale e temporale non uguale a quella cui siamo abituate/i ed è necessario conoscerne gli elementi per comprenderne la valenza e il portato.
Allo stesso modo bisogna conoscere la differenza di significati e valori attribuiti alle scelte cromatiche. Una cultura in cui si scrive nel senso opposto a quello della propria, in cui i punti cardinali sono non quelli cui siamo abituati e in cui anche le carte geografiche hanno un orientamento diverso non si hanno più coordinate. Conoscere le diversità è il primo passo per capire, successivamente si possono costruire il dialogo e il confronto ma, prima, bisogna conoscere e il lavoro di Giuliana Cacciapuoti si propone ciò: scrostare gli stereotipi liberando il campo e la mente per avvicinarsi, senza pregiudizio, alle informazioni culturali propedeutiche alla comprensione di un sistema culturale differente da quello Occidentale.
Nell’ambito socio-culturale, dall’antichità ad oggi, la predominanza del modello patriarcale ha escluso per lungo tempo le donne, non solo le musulmane, dallo spazio pubblico. La Storia che leggiamo nei testi di studio racconta di vicende i cui protagonisti sono uomini, esclusivamente uomini. Le donne non trovano spazio, sono relegate nelle pieghe buie del passato senza diritto di menzione, il loro operato cancellato, obliato. Per conoscere le donne, sapere chi furono, cosa fecero e come contribuirono alla Storia è, dunque, necessario utilizzare sistemi di ricerca e l’autrice sceglie di seguire una cronologia al femminile.
Cacciapuoti adotta il criterio e lo spirito che hanno dato vita a questa rubrica raccontando il passato attraverso la vita de #ledisobbedienti, la vita di chi, sfidando le regole sociali della propria epoca pagandone il prezzo, ha aperto nuove strade. Cosa sta succedendo in Iran? Perché le donne si tagliano i capelli? Quando e come è germogliata quest’onda montante? Perché le proteste non si placano?
Per capire la contemporaneità bisogna studiare la storia, per formarsi un’opinione è necessario ricercare le motivazioni, per interpretare fenomeni complessi è fondamentale disporre di una capacità di visione multidisciplinare.In “Donne musulmane: un ritratto contro stereotipi e luoghi comuni” c’è una visione ampia insieme a molto altro.
«In fondo è questo l’obiettivo del mio scrivere: impossibile essere esaustiva mi fermo ad osservare, riflettere, discutere senza pregiudizi lasciando diritto di parola alle protagoniste. Mi interessa la possibilità di dialogo e confronto, perché la voce e le voci delle donne non solo debbono essere ascoltate, chiare e forti, ma perché se non si odono voci di donne, vuol dire che autonomia, libertà e diritti collettivi sono già stati messi in pericolo e cancellati. Le nostre società non hanno bisogno di silenzi – oggi più che mai – e velate o non velate lo spazio pubblico ci appartiene ed è il luogo dove continuare a operare, lavorare e partecipare, perché se anche ce lo prospettassero, la strada giusta non è mai quella che ci riporta a casa».
L’intento dell’autrice di introdurre chi legge al mondo musulmano, una cultura in cui l’alfabeto e l’iconografia sono diverse da quelle occidentali, si evince dalla prima pagina dove la scelta grafica della copertina rappresenta e racchiude un messaggio potente.
L’Islam ricorre all’uso della rappresentazione artistica di forme geometriche poiché non predilige i soggetti viventi, l’arte della calligrafia araba interpreta la realtà trasformando le parole in elegante decoro. L’autrice ha scelto per il decoro del quadrato esterno la parola nisa’, che significa donne, espressa nello stile kufico geometrico e per il quadrato interno una elaborazione della mashrabiya, il paravento o imposta di legno dietro le quali le donne guardano senza essere viste.
Cacciapuoti mostra donne che hanno lasciato la postazione celata dietro un paravento. Le donne di cui scrive sono all’esterno e guardano a viso aperto, sono alla finestra. 
©Riproduzione riservata


IL LIBRO
Giuliana Cacciapuoti,
Donne musulmane: un ritratto contro stereotipi e luoghi comuni
Pagine 128
Il libro è scaricabile, gratuitamente a questo link

L’AUTRICE
Giuliana Cacciapuoti è arabista, docente ed esperta di lingua araba e cultura arabo islamica, con particolare attenzione alle dinamiche migratorie in paesi occidentali di popolazioni di cultura araba e/o musulmana. Nel 2014 ha fondato GCCK “connecting knowledge” formazioni informazioni e consulenze introno al mondo arabo islamico.

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